domenica 29 gennaio 2017

Il protagonista della settimana - La mobilità sostenibile

Con l'intervista di Pietro, oggi apriamo una nuova rubrica riguardante tutte le persone che utilizzano la bicicletta per recarsi al lavoro oppure a scuola o per fare la spesa.
Un grazie a Pietro per la sua partecipazione alla nostra nuova rubrica e soprattutto la grande passione per la bici.


Racconti di grandi appassionati che usano la bici non solo per divertimento e sport, ma soprattutto come mezzo quotidiano, per recarsi al lavoro o per fare la spesa.

Ciao Pietro, ti va di raccontarci questa tua grande passione per la bicicletta e del relativo utilizzo?
Più che una passione mi piace definirla uno stile di vita, qualcosa di cui non posso più fare a meno. Ad ogni modo, è nata come passione ed ha avuto due fasi fondamentali. La prima, quella preadolescenziale, in cui ogni occasione era buona per fare un giro in bici. Ovunque andassi, lo facevo pedalando. Poi è arrivata la fase adolescenziale:  ho appeso la bici al chiodo sostituendola con il motorino.
Il ritorno di fiamma risale ai tempi dell’università. All’epoca andai a studiare in una piccola città del Friuli Venezia Giulia dove la bici era il mezzo indispensabile per gli spostamenti: lezioni all’università, spesa, uscite serali, gite fuori porta. In quegli anni l’andare in bici divenne uno stile di vita.  Quando mi trasferì a Milano per il primo lavoro, portai con me la bici che mi aveva accompagnato passo dopo passo, pardon, pedale dopo pedale. Correva l’anno 2007, i ciclisti urbani si contavano sulle dita di una mano, quei pochi utilizzatori della bici erano considerati degli scellerati. Poi all’improvviso, complice il bikesharing del comune, la moda esplose e portò con sé una maggiore consapevolezza. Nel frattempo il mio parco bici era cresciuto con l’acquisto di una bellissima bici con i freni a bacchetta.
A trasformare questa passione, da un stile di vita a qualcosa di cui non si può fare a meno, fu l’acquisto di una bici pieghevole alcuni anni dopo. Il lavoro mi aveva riportato in Friuli Venezia Giulia e avevo trovato nel pendolarismo intermodale una validissima alternativa all’auto. La bici pieghevole è stata la svolta, una sensazione di indipendenza e flessibilità incredibile. Con il recente trasferimento Roma temevo che avrei dovuto rinunciare a questo stile di vita.
Come ti trovi a spostarti a Roma con la bicicletta nei vari ambiti (lavoro, spesa, sport, etc)?.
Inizialmente temevo che avrei commesso lo stesso errore di gioventù riappendendo la bici al chiodo (anzi le bici, visto che nel frattempo avevo incrementato la flotta). Prima di arrivare a Roma, erano in molti a dirmi che la città non è bike friendly e che sarei stato una mosca bianca (o forse uno scellerato) ad andare in giro in bici. Giunto nella capitale, ho confermato il primo aspetto ma ho piacevolmente smentito il secondo.   Vedo molte persone che usano la bici, le pieghevoli sono molto diffuse così come quelle elettriche, idolo delle signore che sfrecciano nel traffico.
Certo, bisogna stare molto in guardia: il peggior nemico del ciclista, dopo l’automobilista, il sampietrino bagnato, il cratere nell’asfalto, è il tassista. Quest’ultimo, a differenza di altri automobilisti o motociclisti che mostrano a tratti uno sprazzo di rispetto (o di compassione),  non guarda in faccia nessuno spadroneggiando per la città.
Pedalando a Roma, tralasciando il disagio delle strade piene di buche e la quasi totale mancanza di piste ciclabili, un aspetto che mi ha colpito molto è la presenza di barriere architettoniche. Gli scivoli sui marciapiedi tanto cari ai ciclisti, sono a dir poco inesistenti.
Tutto sommato,  credo che la bicicletta rimanga il mezzo migliore per girare in città, soprattutto per gli spostamenti di breve-media distanza.
Recandoti al lavoro in bicicletta quali sono secondo te i pro e contro? Ed i tuoi colleghi come la vedono?
Fortunatamente abito molto vicino al lavoro e in poco più di 10 minuti percorro il tratto casa-ufficio. Peccato che quest’ultimo sia molto trafficato, per cui la massima attenzione è d’obbligo. Se piove, tiro fuori il kit antipioggia: k-way, pantaloni e copriscarpe. Ho un paio di colleghi che arrivano in bici ed hanno optato per la pedalata assistita dato che coprono distanze maggiori.  

Sei stato in altre città (per vacanza o lavoro) italiane ed hai utilizzato la bicicletta? Come sono le  altre città in ambito mobilità sostenibile?
Ho vissuto a Gorizia, Milano e Udine. Nelle due città friulane la bici è un must. A Milano fa molto radical chic ma tutto sommato ci si sposta abbastanza agevolmente.
Per quanto riguarda invece l’estero, l’utilizzo della bicicletta?
Beh, credo che dai paesi nord Europei abbiamo solo da imparare. L’anno scorso ho fatto un giro a San Francisco. Da quelle parti la bicicletta è un mezzo di tutto rispetto. Sebbena viga il divieto di pedalare sugli ampi marciapiedi, in assenza di pista ciclabile, si può andare in strada in tutta sicurezza.
Cosa pensi della bicicletta in generale?
Come ti dicevo, non riesco più a fare a meno della bici. Adoro quella sensazione di libertà negli spostamenti e soprattutto l’aria che arriva in faccia non appena inizia a pedalare. Ritengo che sia uno stile di vita che fa bene al corpo e all’ambiente.
Cosa consiglieresti a chi si avvicina alla bicicletta come utilizzo quotidiano?
Partiamo dalla sicurezza. Un buon lucchetto e soprattutto evitare di lasciare la bici in zone poco frequentate. Anche se teniamo d’occhio le previsioni meteo, è sempre meglio avere almeno un k-way a portata di zaino e un kit antiforatura e qualche attrezzo per lo smontaggio delle gomme.

Infine, se tu fossi un responsabile o assessore o sindaco qui a Roma, cosa faresti per la mobilità e per la bicicletta?

Piste ciclabili a gogò.
Per concludere, ci consigli dei siti, applicazioni e ci saluti i nostri lettori?
Wecity, Strava.

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